La cura di questa piccola pubblicazione è stata anche una occasione per fissare, raccogliendo alcune testimonianze orali di Rosa e alcuni documenti fotografici, qualche notizia dell'ambito socio-culturale dei giovani dell'epoca, soprattutto delle ragazze.


NOTIZIE INTORNO ALL'AUTRICE E AL MANOSCRITTO


Breve biografia

Rosa nasce il 22 ottobre 1927 a Tassignano, località Cantongiovanni, ultima di sei fratelli. Fino all’adolescenza la sua famiglia contadina è così composta:


Antonio                                            padre 1880- 1959

Assunta Ceccarelli                         madre 1885-1965                         (si erano sposati nel maggio del 1907)

Giovandomenico Antongiovanni nonno 1867-1948

Natalina Antongiovanni               zia 1878- 1960

Giulia Antongiovanni                    zia 1892- 1944

Giuseppe Antongiovanni              fratello 1908

Pietro Antongiovanni                    fratello 1909

Clementina Antongiovanni          sorella 1912-34                                                                 (muore a 22 anni)

Albertina Antongiovanni              sorella 1922

Rita Antongiovanni                        sorella 1924

Rosa Antongiovanni 1927


Fa le scuole elementari con profitto al termine delle quali comincia ad aiutare la famiglia nel lavoro dei campi, "perché altri lavori non ce n'era”

Rosa segue il percorso educativo dell'Azione Cattolica: Piccolissime, Beniamine, Aspiranti, Effettive.

Allora le ragazze della sua età erano curate dalle delegate Elvira Banducci, figliola del fiduciario di Tassignano, Ida Fanucchi (Ida di Baggera) e Lela Pardi; Presidente della sezione di Tassignano era Emilia Franceschi.

Dopo poco essere entrata a 15 anni nella sezione Effettive, "mi bisticciai col prete e non ci

andai più". Però, nel frattempo, siccome era molto amante della lettura, andava a Lucca, presso la

chiesina dell'Alba a prendere i libri di una biblioteca circolante ivi allestita dall'Azione Cattolica.

Subito dopo la fine della guerra, nell'agosto del 1945 entra a lavorare alle granate presso Francesco Ghilarducci (Cecchino di Taneo), in Corte Badori, addetta ad una delle macchine cucitrici dei suddetti manufatti, dove rimane fino all’ultimi del 1958, quando lascia per problemi di assistenza ai familiari, dovendo accudire la suocera e uno zio del marito. Nel 1947, nella fabbrica arriva un nuovo operaio, che si è spostato lì dalla “Ditta” di Pasquale Ghilarducci, la più grande delle aziende tassignanesi che operano nel settore. E’ Angelo Franceschi (del 22 marzo 1922), compaesano, fratello della citata Emilia, con cui si fidanza e che sposa il 22 novembre 1952. Dal loro matrimonio nascono due figli Fulvio nel 1953 e Fulvia nel 1967.

Angelo emigra in Canadà per tre anni, dal giugno 1957 all'agosto del 1960. Quando torna in Italia acquista i macchinari necessari e inizia a produrre in proprio le granate di saggina (mise su per conto suo), sempre coadiuvato da Rosa: lu’ le legava e io le cucivo.

Alla fine degli anni Sessanta, per un maggior carico di famiglia e problemi di salute, Rosa lascia il lavoro. Angelo cessa 1' attività di granataio nel 1971 e inizia quella di produttore di carta igienica fino al 1990, anno in cui si ritira dal mondo produttivo, ben oltre l'età media della pensione.